Sono mesi che leggo dappertutto, e sento molti colleghi dire, che la SEO è morta, i blog ed il digital marketing sono morti. Stamattina, dopo l’ennesimo video di uno che si crede Montemagno (grande zio Monty!) con il faccione in primo piano che pontificava del primato dei social media (ah beh!), ho fatto una cosa stupida, da analfabeta digitale: ho cercato su Google “i blog stanno morendo”.
La top ten di Google mi ha rivelato che i blog non sarebbero la sola cosa che sta morendo. Tra gli altri, secondo tutti i guru del marketing (tutti blogger) stanno morendo, nell’ordine: i centri commerciali, i social network, gli ebook, i negozi fisici e in generale Facebook.
L’unica cosa che sta morendo veramente (e da un pezzo) è il buon senso in chi scrive contenuti e in chi li legge.
Il web e i social brulicano di esperti tuttologi capaci di insegnare tutto a tutti, dal guardare i film in streaming a fare soldi facili coi bitcoin. E tutti questi vivono in un mondo dove internet è un giardino di bei sentimenti e clienti ossessionati dal comprare.
Un posto dove si trovano aggiornatissimi manuali su come diventare un Growth Hacker (scritti da stimatissimi colleghi), come se fosse sufficiente leggere un libro per imparare una professione così difficile. Come se bastasse un anno di stage per diventare un social media manager, SEO e SMO (non doveva essere il lavoro del futuro?).
Beh non è così, e mi è venuta voglia di scrivere un blog.
Perché il blog ha un senso solo se racconta qualcosa di davvero utile, davvero interessante, magari anche scomodo, ma importante. Anche se leggo gli articoli di marketing che si trovano in giro con l’occhio di un neofita, non posso che vedere tanti giri di parole, tanta retorica. Tutti danno ti l’impressione che in realtà, non ti stiano dicendo nulla, che non ci sia un segreto o un trucco da svelare. E questo è male, perché invece qualcosa da dire ci sarebbe, quando il vero problema è forse che non esiste una bacchetta magica che trasforma il tuo sito in top player in un giorno.
Dire che non tutti possono fare il growth hacker, o social media manager o web marketing ed è per questo che ci sono dei professionisti. Dire che le scorciatoie “malvagie” esistono, ma hanno un costo. Dire la verità insomma.
Io non voglio rivolgermi alle aziende, voglio parlare alle persone che nelle aziende si occupano concretamente di queste cose, voglio parlare a te che stai leggendo. Se cerchi “come vendere online” troverai migliaia di articoli che ti spiegheranno come “mettere in vendita le cose online”. Il mio mestiere è spiegarti che la differenza tra le due cose è grande come l’oceano di siti che trattano un prodotto o un servizio uguale al tuo. Il problema è solo emergere, illuminarsi.
Nota: se vuoi vendere online un prodotto e nessuno lo sta vendendo probabilmente non è un prodotto “geniale” (non è la soluzione a nessun problema degli utenti), per lo stesso principio per cui se sei la persona più intelligente che conosci, probabilmente sei stupido.
La soluzione è qualcosa che spesso richiede di ritoccare il prodotto, target, pricing, il servizio e persino la mission di una azienda.
Per far questo, fidati, non sarà sufficiente stare un’ora al giorno su Facebook.
Io credo che il blog di cui c’è bisogno, è quello che ti dice che se stai trovando risposte inefficaci è perché stai ponendo le domande sbagliate. Quello che affronta i problemi senza nasconderli, anche esplorando il lato oscuro del web, perché la conoscenza è la migliore difesa.
E questo è il primo articolo di quel blog.
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Can you be more specific about the content of your article? After reading it, I still have some doubts. Hope you can help me.
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