Questa è una storia d’amore. Un amore finito male magari, ma la premessa è che a me eBay è piaciuto fin dall’inizio, non solo il sistema, ma anche la community che si creava intorno. La filosofia rivoluzionaria dell’eCommerce che per la prima volta nella storia esprimeva quel sito, magari bruttarello, ma letteralmente denso di opportunità alla portata di tutti.
Avevo 16 anni, come tutti i sedicenni non sapevo cosa fare nella vita. Non avevo una lira e avevo sempre dei Pc scassati che davano problemi anche a giocare a Age of Empires. Un mio amico mi parla di Ebay. Scopro questo sito fantastico, dove posso trovare la roba a poco, ma soprattutto dove posso vendere. Io sapevo assemblare i pc, quindi inizio a comprare pezzi nelle fiere dell’usato e a vendere Pc assemblati su eBay. Fila tutto liscio, ma i ricavi sono appena sufficienti a pagare lo sbattimento.
Come fare a far uscire meglio e di più i miei prodotti? Era il 2005. Il web marketing praticamente non esisteva. Un giorno mi si accende una lampadina: escogito un sistema per fare uscire primi i miei prodotti e, con stupore, mi rendo conto che funziona. Sempre. Non era una cosa tecnicamente difficile, ma era una bella idea e soprattutto altri non ci avevano pensato, perché comincio a vendere molto bene. Purtroppo, tutto deve finire e un brutto giorno eBay mi manda una raccomandata e una mail di minacce in cui mi spiega che era stata appena introdotta la regola che vietava quello che facevo e avrebbero preso provvedimenti legali se avessi continuato.
Allora ho messo la testa a posto (?), ma è stato un momento decisivo per la mia vita perché ho pensato per la prima volta che avrei potuto offrire le mie skill alle aziende per crescere la propria visibilità. Tutto questo per dire che eBay è stato un sito importante per me, non solo professionalmente. Però qualcosa è cambiato e non solo per me.
Se leggete la classifica dei siti con più traffico in Italia nel 2018, ragionando sull’eCommerce, ci sono 3 posizioni che salteranno agli occhi, 3 verità pesanti come macigni. Il primo eCommerce in classifica è Amazon (5° posizione), l’unico nei primi dieci. Il secondo eCommerce che trovate è alla posizione 12, parliamo di Subito.it. Se cercate eBay dovete scendere alla posizione 23. La cosa bella dei numeri è che dicono cose forti senza troppi giri di parole. Ve lo aspettavate?
Probabilmente vi aspettavate la posizione di Amazon, ma anche in questo caso viene immediata una domanda: cosa è cambiato in eBay? O forse ancora più azzeccata come domanda: cosa ha Amazon più di eBay?
eBay è diventata col tempo troppo penalizzante per il venditore che cerca un canale migliore altrove
Partiamo dal modello di business. Amazon è il regno della certezza, della velocità e del prezzo fisso. Invece eBay ha sempre proposto il sistema dell’asta, sistema più lento ma che garantiva l’opportunità di concludere affari a prezzi notevoli. Ormai l’80% delle merci proposte su eBay sono vendute a prezzo fisso ed il meccanismo delle aste può essere usato per aumentare la visibilità dei prodotti, ma è palese che non è più come prima. Eppure difficoltà tecniche e di regolamento persistono a vantaggio della struttura magari elefantiaca ma cristallina dell’azienda di Bezos.
Le transazioni su eBay, si diceva, sono lunghe e spesso molto discorsive, per colpa sia dei compratori, che dei venditori. Il cliente di Amazon si aspetta un grande servizio e si fida molto del venditore, perché coperto dal marchio Amazon (una garanzia). Sempre a proposito del valore del brand, considerate tutto il meccanismo di resi e recessi: Amazon dopo un lavoro di trusting decennale, dice al cliente “stai sereno, ci pensiamo noi” e mette il diritto di recesso per 90 giorni che vale anche in caso di prodotto non conforme alla descrizione. Su eBay tutto si gioca su un palleggio tra venditore e cliente che spesso penalizza entrambi.
Infine, vogliamo parlare di customer service? Se avete avuto esperienza, sapete chi sa fare customer service e ne può fare una bandiera da sfoggiare.
Cosa sarà del futuro di eBay? Come marketplace è ancora molto valido per alcuni prodotti. Probabilmente tenderanno sempre di più ad una assimilazione al modello vincente di Amazon, ma il “quando?” e il “come?” di questa operazione non sono prevedibili. Di sicuro è un po’ tardi per le contromisure, ma la partita non è ancora finita.
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